Roma, terrazze da sogno, ospitalità senza tempo, cucina e mixology d’autore: il centenario dell’Hotel Locarno brinda con “Grande Dame”

Un secolo di storia tra artisti e registi, reinterpretato in un cocktail che è un viaggio tra sapori, memorie e raffinatezza. L’estate 2025 ha un gusto unico.

Un cocktail come una dichiarazione d’amore. Un sorso che racchiude un secolo di bellezza, ricordi, ospiti illustri e notti indimenticabili. Così nasce il “Grande Dame”, il signature cocktail che celebra i cento anni dell’Hotel Locarno di Roma, indirizzo leggendario affacciato su Piazza del Popolo, rifugio creativo di artisti, scrittori e registi – da Federico Fellini a Wes Anderson – e oggi più che mai simbolo di un’eleganza senza tempo.

A idearlo è Nicholas Pinna, maître de la mixology dell’hotel e autentico alchimista del gusto, che da quindici anni guida il bar del Locarno trasformandolo in uno degli indirizzi più amati della città. Dietro il bancone ha costruito, giorno dopo giorno, una grammatica liquida sofisticata e personale, fatta di esperienze internazionali e radici romane, creatività e memoria sensoriale.

Pinna non ha forzato la mano, né cercato la trovata scenografica. Ha aspettato il momento giusto, consapevole dell’importanza di un anniversario tanto emblematico. Quando è arrivato, tutto ha preso forma in modo naturale, quasi come se quel drink fosse sempre esistito, in attesa di essere raccontato. Il punto di partenza è stato il French 75, cocktail elegante e carico di storia, che lo riporta con la mente alle sue giornate da giovane ospite all’Harry’s Bar di Parigi. Ma da lì inizia il viaggio creativo: lo champagne rimane, omaggio doveroso alla celebrazione, e attorno ad esso ruotano il profumo intenso del glicine – che sboccia nel giardino interno dell’hotel – la visciola, frutto tipico della torta romana con ricotta, e l’alloro, simbolo eterno della classicità capitolina.

Nasce così una miscela di ChampagneGinAlloroLimonePolvere di Visciole e profumo di Glicine: una sinfonia sensoriale in equilibrio tra note floreali, punte acide, dolcezze gentili e una delicata effervescenza. “Grande Dame” non è solo un cocktail: è un omaggio liquido alla città eterna e al Locarno, un modo raffinato per raccontarne la storia, lo stile e la vocazione cosmopolita.

Per dare vita al cocktail “Grande Dame”, Pinna lo ha pensato come un omaggio alle donne forti e visionarie, come Caterina Valente e sua madre Maria Teresa Celli, che con tenacia hanno reso l’Hotel Locarno quello che è oggi.

Ogni dettaglio è pensato con cura. A partire dalla presentazione: la carta dei cocktail è arricchita dalle illustrazioni di una giovane artista dello staff, che ha disegnato anche una serie di eleganti segnalibri abbinati ai drink, trasformando ogni ordinazione in un’esperienza immersiva. Il risultato è una proposta che unisce arte e mixology, esprimendo appieno il dna del Locarno.

Dietro al bancone, Pinna porta con sé oltre vent’anni di esperienze. Figlio di un direttore d’albergo, da bambino spiava quel mobile bar anni ’80 che gli era proibito toccare, ma che lo affascinava come una cassetta dei segreti. A diciott’anni ha iniziato a viaggiare per imparare: a Londra ha scoperto la potenza della mixology anglosassone; a Barcellona si è immerso nei distillati latini sotto la guida di due fratelli messicani; a Parigi ha respirato l’eleganza rigorosa dell’hôtellerie francese. Quando è tornato a Roma e ha varcato la soglia del Locarno, gli è stato affidato il bar “tutto da scrivere” – e da allora ha cominciato a farlo, con passione e visione.

Oggi la drink list del Locarno conta quasi trenta signature cocktail suddivisi in tre sezioni evocative: “Innocenti Evasioni”, “Rock’n’roll Star” e “Life’s a Beach”. A questi si aggiungono cinquanta grandi classici internazionali, da sempre i più richiesti al bar. Ogni drink è preparato con ingredienti freschi, bilanciati con rigore ma serviti con uno spirito decontracté, pensato per un pubblico che cerca un’eleganza informale e un’atmosfera autentica, soprattutto se vissuta seduti al bancone, tra legni caldi, luci soffuse e dettagli d’epoca.

Il bar del Locarno non è mai stato un luogo per bere soltanto. È un salotto creativo, un teatro di incontri, un rifugio per chi cerca emozioni vere. Il “Grande Dame” ne è la sintesi perfetta: un cocktail che celebra cento anni di ospitalità, charme e storia, ma che guarda anche al futuro, con la stessa grazia con cui si alza un calice per brindare a ciò che verrà.

Estate al Locarno: l’incanto senza tempo delle terrazze romane tra, alta cucina, mixology d’autore e charme da film

Ma quella dell’Hotel Locarno è un’estate speciale, quella del 2025. Non solo perché ricorre il centenario di questo gioiello liberty a due passi da Piazza del Popolo, ma perché la stagione si apre con la riapertura delle sue due terrazze più suggestive: la Terrazza Locarno e la Terrazza Canossa. Due spazi iconici, sospesi sui tetti della Città Eterna, che racchiudono tutta la poesia dorata delle serate romane, con la loro “golden light” capace di accarezzare i volti e amplificare i ricordi.

L’indirizzo di charme guidato con eleganza da Caterina Valente, imprenditrice e custode appassionata di questo luogo fuori dal tempo, è molto più di un hotel 5 stelle: è un rifugio d’anima, una dichiarazione d’amore per Roma e per la sua memoria. Un microcosmo dove l’accoglienza è rituale e l’eccellenza è intima, mai esibita. Qui, ogni dettaglio è un omaggio alla storia dell’albergo e al suo incedere fluido attraverso epoche, mode, visioni artistiche. Un universo che ha incantato personalità come Federico Fellini e Giulietta Masina, seduti spesso davanti al caminetto come in un set privato, o Lucio Dalla, che soggiornava sempre nella stessa stanza. E oggi incanta una nuova generazione di viaggiatori sofisticati, cultori del bello, gourmet e amanti dell’ospitalità autentica.

In occasione del centenario, l’esperienza si amplifica. Il rooftop Terrazza Locarno torna a vivere come uno dei salotti più seducenti della città, tra divani rétro, lampade anni ’30, fiori freschi e la vista che si allunga da Trinità dei Monti fino ai tetti di Prati. Accanto, più intima e disponibile solo su prenotazione, si apre la Terrazza Canossa, destinata a chi cerca privacy assoluta, magari per un tête-à-tête al tramonto o una cena sotto le stelle.

A rendere memorabile ogni momento c’è la cucina dello chef Domenico Smargiassi, autore di una carta che unisce suggestioni della tradizione a guizzi contemporanei. Il menù è un percorso goloso e teatrale che si può vivere senza confini, in ogni angolo dell’hotel e a qualsiasi ora, secondo quella filosofia fluida e accogliente che è la firma di Caterina Valente. Si comincia con l’”Aperitivo colto” degli antipasti: il morbido di gorgonzola con sedano e grissini al sesamo, il pane soffiato con battuta di manzo, salsa olandese e tartufo di stagione, la paleta di Pata Negra, fino alle alici del Cantabrico con pan brioche, stracciatella e battuto di prezzemolo.

Tra i primi, l’Amatriciana Grand Cru rivisitata in chiave personale, i tagliolini al gambero rosso di Mazara del Vallo, l’Arrabbiata 2.0 che gioca sul piccante in modo sottile ed elegante. Nei secondi, trionfa “Il nostro filetto alla Rossini”, omaggio alla classicità, insieme ai moscardini in umido con terra mediterranea e al sontuoso Club Sandwich Masterpiece, che eleva lo street food a icona da piatto. In chiusura, un’elegante pasticceria d’autore: fondente al cioccolato con pera al Bolgheri,zuppa inglesetiramisù dalla cremosità impeccabile.

A firmare l’anima liquida del Locarno, è sempre lui il bartender Nicholas Pinna, interprete di un’idea di mixology che affonda le radici nella memoria della struttura e nella personalità dei suoi ospiti. 

L’intera esperienza è raccontata anche dalla prestigiosa guida 50 Best Discovery, che definisce l’Hotel Locarno “un capolavoro museale in stile art nouveau, perfettamente preservato”, sottolineando il suo fascino cinematografico e la possibilità, unica nel suo genere, di vivere una gastronomia raffinata senza schemi, in ogni momento e in ogni spazio.

Un privilegio che ora si espande verso il cielo. Sorseggiare un “Grande Dame” mentre il sole tramonta sui tetti di Roma, assaporare una cena firmata Smargiassi sotto una lanterna d’epoca, ascoltare il suono leggero delle posate sul piatto e quello più profondo della città che respira: questa è la Locarno Experience. Ed è semplicemente indimenticabile.

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