Sapori d’Oriente nel cuore di Roma: Masa Rooftop, un viaggio tra spezie, design e memorie mediterranee

Tramonti levantini, Mazè da condividere, 36 spezie da scoprire: la poesia della cucina di Danilo Mancini sulla terrazza del The Major Hotel

C’è un luogo, nel cuore della Capitale, dove le spezie raccontano storie, i piatti evocano rotte antiche e i tramonti si tuffano nei minareti immaginari della memoria gastronomica levantina. È il Masa Rooftop, terrazza incantata sospesa tra le geometrie eleganti del rione Monti e i bagliori colorati di Piazza Vittorio, dove il Mediterraneo incontra l’Oriente in una danza di profumi, racconti e sapori. Un indirizzo d’eccezione all’interno del The Major Hotel, con una vista così vicina all’imponente Basilica di Santa Maria Maggiore che sembra di toccarla con un dito. Il contesto è di quelli che rapiscono. Il design della terrazza è pulito, mediterraneo, luminoso, tra legni chiari, ceramiche decorate, sedute confortevoli e dettagli che rimandano alle medine del Marocco e ai bistrot del Libano. A orchestrare il tutto, il manager Davide Giuffrida e il restaurant manager Daniele Ferraiuolo, che hanno dato vita a un’esperienza raffinata ma mai ingessata, conviviale e contemporanea.

“Masa”, parola che in molte lingue mediterranee richiama il “diamante” e il “viaggio”, diventa il nome perfetto per questo luogo che trasforma la cena in una traversata sensoriale. Ed è proprio il viaggio la chiave narrativa della proposta gastronomica.

Lo chef: Danilo Mancini, una firma d’autore

Ma non è solo la vista a lasciare senza fiato: al centro della scena c’è la cucina poetica e stratificata di Danilo Mancini, giovane chef laziale dal tocco gentile e dalla mente da esploratore, affiancato dal Resident Chef Federico Frau. Il suo viaggio gastronomico è fatto di contaminazioni sapienti, spezie calibrate, ricerca puntuale. E ogni piatto, ogni Mazè, racconta una parte del suo cammino, da Frosinone fino ai fornelli di uno dei rooftop più affascinanti di Roma. È un artigiano elegante, un compositore di aromi, un cesellatore del gusto. Dopo una formazione tra villaggi turistici e grandi cucine romane – dall’Hotel d’Inghilterra fino al Caffè Propaganda e alla scuola esigente di Angelo Troiani – Danilo ha fatto delle salse e dell’equilibrio il suo marchio distintivo. “Amo destrutturare e ricomporre, trovare l’equilibrio tra note forti e delicate”, racconta. “In questa cucina ci sono 36 spezie che devono convivere con armonia. Il mio obiettivo è rendere questi sapori, spesso lontani, accessibili a tutti. Farli diventare quotidiani”. 

E ci riesce, con garbo e precisione.

I Mazè: l’inizio del racconto

Il viaggio inizia con una vera cerimonia del gusto: i Mazè, piatti tipici della tradizione levantina, serviti tutti insieme per essere condivisi, come vuole la cultura dell’ospitalità del Medio Oriente. Arrivano su ceramiche decorate come un mosaico gastronomico: tra questi spiccano Hummasa: una vellutata di ceci arricchita da una spuma leggera di acqua faba (il liquido di cottura dei legumi), con un estratto di cipolla a dare intensità. Il tutto accompagnato da pita calda e fragrante, perfetta da intingere con gesto istintivo e goloso; Giudea: un omaggio alla cucina giudaico-romanesca, con carciofo fritto croccante, adagiato su crema di aglio nero, con gambo alla romana e formaggio erborinato a donare grassezza e contrasto; Carne Salata: carpaccio di noce di manzo marinato con spezie e vin cotto, completato da funghi alla plancia e foglie di stagione. Un piatto che racconta l’autunno e la memoria delle conserve; Ceviche levantino: pesce del giorno marinato in leche di tigre con zafferano, accompagnato da salsa shakshuka e semi di zucca. Acidità, speziatura e croccantezza si rincorrono con grazia; Masalalfel: il falafel secondo Danilo. Un cuore speziato con 36 spezie calibrate e una panatura croccante, accompagnato da cipolla candita e zucchine marinate. È il piatto-manifesto dello chef, frutto di mesi di prove e riletture.

Le due rotte del gusto: Medioriental e Mediterraneanuna cucina che unisce

Dopo i Mazè, la cena si biforca in due percorsi degustazione. Partiamo con il Medioriental Experience: il cuore è la Tajine, in versione carne o pesce, presentata con una coreografia di profumi e colori. La carne è succulenta, cotta lentamente con spezie orientali, frutta secca, agrumi canditi e brodi intensi. Il pesce si scioglie tra zafferano, limone, mandorle e coriandolo. In entrambi i casi è servita con bulgur ripassato al pomodorocaponata rivisitata con datteri e melanzane glassatekefir autoprodotto, cremoso, lievemente acido, perfetto per rinfrescare il palato. Il secondo percorso è Mediterranean Experience: un tributo all’area mediterranea con tocchi sorprendenti: spaghettino con burro noisette, zest di limone, alici del Mar Cantabrico, olio all’alloro, pane al peperoncino e finocchietto selvatico. Un equilibrio perfetto tra umami e freschezza; pescato all’amo, cotto dolcemente e servito su crema di patate e tartufo, con fichi caramellati e un sorprendente ragù di alghe; tagliatella con ragù d’agnello e crema di piselli, arricchita da sommacco(una spezia acidula mediorientale) e scaglie di pecorino romano; shawarma Masa: il kebab secondo Danilo, con pollo e vitello marinati, insalata, salsa yogurt greco al coriandolo, cipolla rossa e salsa agrodolce fatta in casa. Un’esplosione avvolgente.

A chiudere entrambi i menù, due dessert evocativi: baklava calda, fragrante, profumata di miele e pistacchi, con sentori di rosa e cannella e arancia e fiori, un dolce fresco e poetico, dove la frutta incontra l’acqua di fiori d’arancio e la meringa scomposta.

Il giorno: tra lunch, brunch e aperitivi

Anche a pranzo Masa Rooftop non perde la sua anima e propone un menu “light” ma sempre narrativo. Si parte con le Medioriental Salad Bowl, colorate, bilanciate, saporite, mentre l’aperitivo, tra i più ambiti della città, è l’Aperitivo Experience: cinque Mazè dello chef più un drink signature ideale per godersi il tramonto da uno dei punti più affascinati della città. Il weekend è tempo di brunch (sabato e domenica dalle 12 alle 16): 5 mezè selezionati + un piatto principale del giorno da gustare con vista sulla città eterna.

I cocktail: alchimia di spezie e fermenti

La carta dei cocktail di Masa è un vero atlante liquido dell’Oriente. Qui ogni drink è raccontato graficamente all’interno di un mandala, con orario consigliato (all day, aperitive, after dinner), grado alcolico e ingrediente dominante. Le parole chiave? Kombucha, kefir, sesamo, datteri, melagrana. Una carta sofisticata che segue la narrazione della cucina, proponendo signature drinks che profumano d’altrove: Katush Mary: Gin Tanqueray, limoncello di Capri, pomodoro speziato lattofermentato; Pancar Paloma: Tequila Casamigos, kefir di melagrana e barbabietola; Kamparidè: Campari, Liquore Doragrossa al rabarbaro, Kombucha rosa e karkadè; Mawz Champagne: Whisky, Sherry amontillado, sesamo, banana e Champagne; Chai Tarih: Rum Zacapa 23, kefir, chai, datteri e cioccolato – perfetto come digestivo. In carta anche 4 mocktail per abbracciare la tendenza no-alcol: tra questi, il Portoka’li Mediterranea con succo di arancia amara, menta e soda speziata è puro relax d’estate.

The Major Hotel: charme urbano tra heritage e visione contemporanea

Scendendo le scale da Masa Rooftop, si entra nel cuore sofisticato del The Major Hotel, un boutique hotel dal carattere deciso e dall’anima eclettica. Situato in uno dei punti più strategici della città, vicino  alla stazione Termini, tra il rione Monti e Esquilino, proprio davanti a Basilica di Santa Maria Maggiore, questo indirizzo rappresenta una delle espressioni più interessanti dell’hôtellerie contemporanea romana, capace di fondere heritage architettonico e visione internazionale. Le linee essenziali, i toni caldi della terra e le textures materiche convivono con dettagli di design d’autore, tra lampade scultoree, marmi naturali e legni levigati. Gli spazi comuni sono raccolti ma accoglienti, con aree lounge pensate come salotti urbani dove fermarsi, lavorare o sorseggiare un caffè tra arredi morbidi e boiserie eleganti. Le camere – 32 in totale – sono un’oasi di quiete minimalista, sospese tra comfort e silenzio: i tessuti scelti con cura, la palette che richiama i toni del tramonto romano, la luce naturale che entra generosa dalle finestre rendono ogni ambiente uno spazio intimo e avvolgente. The Major non è solo un luogo dove dormire, ma un punto di vista privilegiato su una Roma che cambia pelle, che guarda al mondo ma resta fedele alla sua anima millenaria. Un rifugio per viaggiatori curiosi, raffinati, liberi. Il perfetto preludio – o epilogo – di un’esperienza gastronomica come quella offerta da Masa.

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